http://livesicilia.it/2014/12/13/case-popolari-14-mila-morosi-in-sicilia-il-piano-della-regione-per-farsi-pagare_576509/
Live Sicilia...articolo di Claudio Reale
PALERMO – Sono 14 mila, sparpagliati per la Sicilia. Hanno debiti che in alcuni casi superano i diecimila euro. Ma adesso la Regione ha predisposto un piano per permettere loro di restituire il denaro, se necessario a rate. Sono i morosi dello Iacp, un mondo sul quale l'assessorato regionale alle Infrastrutture vuole mettere ordine: la novità di questi giorni è la circolare dell'assessore Giovanni Pizzo, che indica agli Iacp le procedure da seguire per riscuotere i crediti. “L'obiettivo – spiega il direttore dell'assessorato, Giovanni Arnone – è dare uniformità alla riscossione”.
Già, perché il punto è proprio questo, l'uniformità. Basta consultare i dati, diffusi dallo stesso assessorato, per avere un quadro: in Sicilia i morosi oscillano fra il 23 e il 24 per cento degli inquilini delle case popolari, ma il grosso si deve alle province di Palermo e Agrigento, dove i ritardi nei pagamenti degli affitti toccano vette che vanno oltre il 40 per cento. Molto più virtuose altre province, con Trapani a condurre le danze: nella provincia del sale, infatti, i morosi sono appena 8 ogni cento immobili. “Ovviamente – mette le mani avanti Arnone – si tratta di situazione diverse. A Palermo ci sono quartieri dove lo Stato fa fatica a intervenire. Ma bisogna adottare una politica di rigore”.
Così scatta il piano. Che prevede la richiesta di un'autocertificazione sul reddito, ovviamente la diffida e poi la proposta di un piano di rientro. Se la famiglia occupante ha un reddito inferiore a 10 mila euro, quindi, il debito dovrà essere restituito in 48 rate mensili se l'importo è inferiore a 2.500 euro, in 72 se è compreso fra 2.501 e 5.000, in 96 da 5.001 euro a 7.500 e in 120 mesi se è superiore. Per i redditi fino a ventimila euro le rate saranno 36 fino a 2.500 euro, 60 fino a cinquemila, 72 fino a 7.500, 96 fino a 10 mila e 120 oltre questa cifra. Meno tempo per le famiglie che guadagnano fino a 30 mila euro, che comunque dovranno versare un acconto compreso fra il 5 e il 10 per cento: in questo caso ci saranno 24 rate per i debiti fino a 2.500 euro, 48 fino a 5.000, 72 fino a 7.500, 96 fino a 10 mila e 120 oltre quella cifra. Ultima categoria le famiglie che guadagnano oltre 30 mila euro all'anno: oltre a un anticipo del 15 per cento dovranno rientrare del debito in un anno se si tratta di meno di 2.500 euro, due fino a cinquemila, tre fino a 7.500, quattro fino a diecimila e 5 oltre quella cifra.
Già, perché il punto è proprio questo, l'uniformità. Basta consultare i dati, diffusi dallo stesso assessorato, per avere un quadro: in Sicilia i morosi oscillano fra il 23 e il 24 per cento degli inquilini delle case popolari, ma il grosso si deve alle province di Palermo e Agrigento, dove i ritardi nei pagamenti degli affitti toccano vette che vanno oltre il 40 per cento. Molto più virtuose altre province, con Trapani a condurre le danze: nella provincia del sale, infatti, i morosi sono appena 8 ogni cento immobili. “Ovviamente – mette le mani avanti Arnone – si tratta di situazione diverse. A Palermo ci sono quartieri dove lo Stato fa fatica a intervenire. Ma bisogna adottare una politica di rigore”.
Così scatta il piano. Che prevede la richiesta di un'autocertificazione sul reddito, ovviamente la diffida e poi la proposta di un piano di rientro. Se la famiglia occupante ha un reddito inferiore a 10 mila euro, quindi, il debito dovrà essere restituito in 48 rate mensili se l'importo è inferiore a 2.500 euro, in 72 se è compreso fra 2.501 e 5.000, in 96 da 5.001 euro a 7.500 e in 120 mesi se è superiore. Per i redditi fino a ventimila euro le rate saranno 36 fino a 2.500 euro, 60 fino a cinquemila, 72 fino a 7.500, 96 fino a 10 mila e 120 oltre questa cifra. Meno tempo per le famiglie che guadagnano fino a 30 mila euro, che comunque dovranno versare un acconto compreso fra il 5 e il 10 per cento: in questo caso ci saranno 24 rate per i debiti fino a 2.500 euro, 48 fino a 5.000, 72 fino a 7.500, 96 fino a 10 mila e 120 oltre quella cifra. Ultima categoria le famiglie che guadagnano oltre 30 mila euro all'anno: oltre a un anticipo del 15 per cento dovranno rientrare del debito in un anno se si tratta di meno di 2.500 euro, due fino a cinquemila, tre fino a 7.500, quattro fino a diecimila e 5 oltre quella cifra.
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